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La CULTURA DELL’ALIBI nel TRUFFATO

18 gennaio 2025

È molto che voglio scrivere un articolo in tal senso: difficile svilupparlo in modo che sia comprensibile da tutti, soprattutto senza offendere nessuno. La truffa lascia – SEMPRE – gravissimi problemi psicologici nel truffato, che non vengono risolti, ma che restano invece latenti: la “ferita” non si rimargina, e il truffato è esposto a molti rischi.

Mi è venuto in aiuto un mio “mentore”…anche se lui non lo sa..

Perciò, prima andiamo a scuola dal Maestro Julio Velasco, che, attraverso la pallavolo, attraverso lo sport, ha avuto modo di veicolare concetti importantissimi e vitali per Crescere.
Questo un estratto della sua formazione

Tutti possono spiegare perché non sono riusciti a fare una determinata cosa,
Pochi riescono a farla lo stesso.
Non riuscire a vincere la difficoltà porta alla CULTURA DEGLI ALIBI.
Cerchiamo di attribuire un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi.”

Julio Velasco
(Se vuoi informarti e verificare l’intervento ufficiale, collegati al link YouTube: JULIO VELASCO – LA TEORIA DELL’ALIBI)

Questo è grave (GRAVE!), perché, sviluppando la “cultura dell’alibi”, eliminiamo la possibilità di analizzare l’accaduto, che è alla base dell’apprendimento, del NOSTRO miglioramento.

È importante che ricordiamo a NOI STESSI che L’ERRORE è la nostra base di sviluppo, grazie all’errore elaboriamo la necessità di apportare delle modifiche, di migliorare un approccio, di migliorare le nostre azioni, di essere uomini/donne migliori.

Con la “cultura dell’alibi”, con le scuse, invece perdiamo la possibilità di utilizzare il processo di miglioramento, attraverso l’analisi, l’autocritica, il “debug”, tecnicamente parlando.

Uno dei passaggi più famosi di Julio Velasco per far comprendere queste parole, è questo esempio (vedi link sopra per l’intervento originale):

“Nella pallavolo, l’attaccante schiaccia fuori perché la palla non è alzata bene,
ma la palla non è alzata bene perché chi riceve non lo fa nel migliore dei modi.
Quest’ultimo, poverino, non può a sua volta scaricare la colpa sull’avversario, dicendo:
batti più facile! E allora dà la colpa alla luce… Quindi, se schiaccio fuori, è colpa dell’elettricista.”

Tu, TU che stai leggendo, hai compreso? Il Maestro, usa un esempio, un esempio “stupido” per catturare la tua attenzione, farti sorridere, elaborare il concetto e farlo tuo.

Mi dirai, cosa c’entra con le truffe subite?

Ti rispondo così: hai sorriso con quanto sopra? Hai compreso l’esempio?
Sì?!?!
Bene.
Ora te lo spiego.

La prima cosa che facciamo in associazione quando ci contatta un truffato è CAPIRE, DARE ASCOLTO alla sofferenza. Psicologicamente il truffato è ai minimi termini, perché la truffa ha avuto risvolti distruttivi, di tutti i tipi, nella sua vita.
Gestiamo la situazione, mettiamo in piedi la macchina per lavorare al ristoro della persona, avvisandolo che non sarà certo una passeggiata, che non sarà certo come effettuare il pagamento fatto per la truffa.

La persona dice di sì, che ha capito. Ma non è così. NON è così.

La truffa subita è un lutto. Come tale, va elaborato. E accettato. ACCETTATO.
NON ACCETTARE QUESTO LUTTO, SIGNIFICA CHE SARAI TRUFFATO. ANCORA. E ANCORA. E ANCORA.
Il truffato finirà in sabbie mobili, sempre più profonde. “Cercherà” sempre nuove truffe, che vedrà come soluzioni (SCORCIATOIE) ai suoi problemi.
Questa è un’opzione nel truffato.
L’altra opzione è cadere nella “Cultura dell’Alibi” per l’appunto.

Quello che vediamo e viviamo spesso con il truffato, con i truffati è il richiamo della sopraccitata Cultura dell’Alibi. Esattamente.
COME LA NOTIAMO?
La colpa dei ritardi nei tribunali,
La colpa per chi ci ha fatto vivere la truffa,
La colpa dei ritardi nel ricevere il ristoro.
La colpa dell’Associazione, perché non fa in modo di velocizzare i procedimenti per arrivare al ristoro.

Questo purtroppo è solo l’anticamera.

Noi siamo un’associazione contro le truffe, non siamo lo psicologo del truffato, quello che però ci fa veramente soffrire è sentire il Truffato che Dice, che Scrive
che ora non può fare niente,
che per Fare, ASPETTA il ristoro,
ASPETTA il Rimborso.

Questa per Noi è una sconfitta, per il Truffato è un macigno: non si riesce a far comprendere che non si può cristallizzare la vita a quel momento, in attesa che arrivi una Soluzione, un rimborso economico.

Non si può, non si deve far così, perché la VITA va comunque avanti, il tempo comunque passa, e io-truffato sarò sempre schiavo di quel lutto, se non Reagisco.
Troppe persone cristallizzando la propria vita a quel momento. Si vincolano a quel ristoro, per il torto subito.

Ma lo devo fare IO. Non lo può fare qualcuno al mio posto. SE non faccio questo passo, rischio di rimanere schiavo di quel momento. Di far subire la stessa cosa alla Mia Famiglia.

Nel migliore dei casi, il truffato che non elabora il lutto, ASPETTA.
C’è un caso peggiore: il Truffato cerca un “GRATTA E VINCI”, cerca la scappatoia veloce. Cerca un altro sistema analogo, valutandolo migliore, per cercare di rientrare, mentre lo trascina sempre più giù. C’è chi riesce a farsi truffare nuovamente dallo stesso truffatore. C’è chi riesce a credere a persone che lo contattano, dicendo che hanno trovato i suoi soldi, che bastano pochi soldi per rientrare in fretta. La SCAPPATOIA.

SE sei un Truffato, leggi questo articolo. Fino in fondo.

SE sei un Truffato non seguire la Cultura dell’ALIBI. Il pagamento, l’hai fatto Tu. L’errore l’hai fatto Tu. Tu devi reagire.

I rimborsi, laddove possibile, arriveranno, ma sei Tu, Tu truffato che devi reagire, rimboccarti le maniche,

Ripartire. Ricominciare. È difficile, ma è questa la Strada.

Devi Curarti & Reagire.

Ti riscoprirai più forte, ma sei Tu che devi ricominciare a camminare.

Forza!!

Alessandro Vailati

Team AFUE