C’era una volta… “le truffe prima del trading on line”

Al giorno d’oggi è facile essere contattati, tramite i social, da fantomatici sultani, sceicchi arabi e via dicendo, interessati a “fare business” in Italia con noi, proponendo truffe che si perpetuavano già nel 2008. Purtroppo il rischio è cascare in questa trappola, e le conseguenze sono critiche: minacce, ricatti, estorsioni.

La prima cosa è chiedersi perché uno sceicco ha bisogno proprio di me per sviluppare business in Italia, e se abbia realmente bisogno di un invito di una banca e/o ente equivalente e di conseguenza del mio aiuto e del mio denaro.

Questo è un fenomeno che ha le sue radici a partire dal 2008, quando fioriva in Italia un mercato finanziario parallelo a quelli ufficiali, costituito da pseudo-professionisti e pseudo-avvocati i quali, ponendosi come veri intermediari autorizzati, giravano l’Italia asserendo di avere un cliente estero, con Bilioni di disponibilità in valuta estera, sia in corso che fuori corso, e di avere la necessità di cambiarla in euro ovvero dollari attuali. Gli attori erano questi intermediari, poi i cosiddetti facilitator, poi vi erano le banche adibite al cambio, le “Securities house” che avevano i bancali di contante nei loro magazzini, con tanto di SKR (documento comprovante il deposito). Ogni anno aveva la sua valuta: 2008 Won nord coreano taglio 5000 won (1600 euro circa), poi a seguire negli anni i Bolivar Fuerte, i dollari americani, i Dinari croati (fuori corso), le lire italiane, e i famigerati marchi tedeschi sia DDM sia DDR fuori corso. Le quantità in contanti erano sempre superiore al miliardo di euro in controvalore e tutti gli attori descritti spendevano tempo e soldi per riunioni, viaggi etc… al solo scopo di portare a termine trattative per il cambio di tali valute. Ogni incontro prevedeva battaglie per lo 0.1% di commissione e non si arrivava mai al dunque. La costante? Alla domanda “ma quanti ne hai?” seguiva sempre la risposta “quanti ne vuoi!”

Quando c’era da arrivare alla chiusura della trattativa, ovvero far trasferire i soldi dalla Security alla Banca, qualcosa andava sempre storto. Perché? Perché le disponibilità fisiche c’erano, ma nulla era vero. Giravano plichi di banconote, nel caso degli won, del valore di 500 mila euro cadauno. Questo mercato parallelo è andato avanti per anni, si sono viste persone perderci la testa letteralmente, sperando di chiudere il cambio della valuta affidata, spendendo migliaia di euro per viaggi inutili e riunioni prive di logica.

Un aneddoto interessante, reale, risale all’anno 2009, legato al won nord coreano: se era tutto vero quello che mi dicevano, avevo trovato la soluzione: versare sotto scudo fiscale gli won, anche per miliardi di euro, aderendo allo scudo stesso. Il won nord coreano era nella lista della banca d’Italia tra le valute che potevano usufruire dello scudo fiscale, e, soprattutto, ricordo che lo scudo fiscale ultimo si poteva fare anche presentandosi in banca con valigette di contanti, accompagnati da una semplice dichiarazione doganale. Quindi., organizzato tutto… nel momento di chiudere sul serio… Beh non vi era l’accordo sulle commissioni tra i vari attori, o meglio, era tutta una grande fuffa.

Questo mercato parallelo, molti sono sicuro lo abbiano anche solo sfiorato, però la realtà è che tutti quegli attori non facevano altro che sviluppare una strategia di depistaggio per far commettere altri illeciti gravi a terze persone: molte di quelle persone oggi lavorano nei Broker truffa e finti broker, come reali organizzatori delle truffe che ogni giorno accadono ai danni dei risparmiatori italiani. Fantasia, assurdità…

Questo è quanto, ed è solo una piccola branca della finanza parallela… non dimentichiamoci delle Sbl, dei famigerati mt799, delle seasoned da scontare, dei bond privati emessi per miliardi quotati a zero…

Ne riparleremo sotto forma parafrasata: bisogna sempre pensare che le grosse transazioni finanziarie, non hanno bisogno di ognuno di noi e, soprattutto, dei nostri soldi e tantomeno del nostro tempo per essere concluse.